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Castigat ridendo mores

Riduzione dei tribunali, una goccia nell'oceano della sprecopoli giudiziaria

Il ministero lavora per chiudere alcuni dei 1.300 tribunali sparsi nella penisola. Non è che uno dei tanti sprechi che rendono lentissima la nostra giustizia, la quale avrebbe bisogno di ben altra cura dimagrante. Ma i magistrati già protestano e tanto per cambiare finirà di nuovo a tarallucci e vino

Dal Governo moribondo è arrivato, nei giorni scorsi, un segnale di vita. Il neo-ministro della Giustizia, Nitto Palma, in seguito ad un'apposita delega ricevuta dalla famigerata Manovra finanziaria, sta lavorando ad un progetto di riforma della geografia dei tribunali della penisola, col dichiarato intento di ridurli.
I tribunali, in Italia, sono quasi 1.300, decisamente troppi; praticamente non c'è buco dello Stivale che non ne abbia uno. In un certo senso ricordano la situazione delle province, sia per il rapporto costi-benefici che per il loro peso sulla spesa pubblica.  Nel libro L'Ultracasta, l'autore Stefano Livadiotti, giornalista dell'Espresso, ricorda come l'Italia disponga "di 1.292 tribunali. Che sono piu' dei 595 dell'Inghilterra, dei 703 della Spagna, dei 773 della Francia e anche dei 1.136 della Germania (frutto della riunificazione di due paesi). Solo la Russia, con 2.696, ne ha di più''.
In tempi di crisi, l'iniziativa del ministro appare sacrosanta, benché alquanto tardiva. Ma tant'è, meglio tardi che mai, tanto più che gli sprechi del sistema giudiziario sono molteplici e scandalosi e, sebbene se ne parli poco, costituiscono uno dei più grossi buchi neri del bilancio dello Stato italiano. Già, perché i piagnistei ai quali le procure ci hanno abituato negli anni scorsi (del tipo "manca la carta", e non solo quella utilizzata per gli atti) sono totalmente ingiustificati. Non ci credete? Leggete quanto scrive sempre Livadiotti nel suo libro a proposito, per esempio, delle spese per il personale: "Il nostro sistema giudiziario - secondo la Cepej (la Commissione del Consiglio d'Europa per l'efficienza della giustizia) - puo' contare su 13,7 giudici professionali per ogni 100 mila abitanti. La Francia ne ha 11,9, la Spagna se ne fa bastare 10,1 e l'Inghilterra addirittura 7, per non parlare di Danimarca (6,6) e Irlanda (3,1). Accanto alle toghe, sono pagati a vario titolo per lavorare nella aule dei nostri tribunali 27.067 addetti. Poco meno del doppio di quanti ne impiega la Francia (15.199). Cinque volte piu' di quelli arruolati in Olanda (5.160). Poco meno della meta' rispetto al gigante russo (62.075). Il risultato e' che in Italia ogni magistrato gestisce 4,2 addetti. Una piccola corte di valletti. Che non esiste negli altri paesi: la Francia sta a quota 2, l'Olanda a 2,5 e la Germania a 2,9''. 
Ora è chiaro dove si bruciano i soldi che servirebbero a rendere più celeri i processi? ''Nel 2006 - spiega ancora l'autore de L'Ultracasta - il budget italiano per tribunali, pubblici ministeri e patrocinio per i non abbienti era pari a 4 miliardi 88 milioni 109 mila 198 euro. E vai a capire come diavolo fanno quei micragnosi degli olandesi con appena 1 miliardo 613 milioni 369 mila 748 euro. O gli spagnoli (2 miliardi 983 milioni 492 mila euro) e i francesi (3 miliardi 350 milioni di euro)". Secondo questi dati, "stanziamo per la giustizia lo 0,26% del prodotto interno lordo, molto piu' di quanto fa la Francia, ferma allo 0,19%. Dicono ancora quelli della Commissione, che in Italia la spesa pro capite per i soli tribunali è pari a 45 euro". 
Di fronte a numeri così impietosi, risulta evidente che l'accusa che da sempre viene fatta a governi di ogni colore, cioé di destinare al comparto giustizia poche risorse, dati alla mano, è clamorosamente infondata. Spiega ancora Livadiotti: "Se si sommano gli stanziamenti per i tribunali, quelli per i pubblici ministeri e quelli per il patrocinio per i non abbienti viene fuori, per ogni italiano, un conto da 70 euro. Contro i 53 che finiscono sulle spalle di una qualunque cittadino della Francia, paese dove pero' la giustizia funziona. La spiegazione è semplicissima: fatto uno il rapporto tra spesa e numero di processi conclusi in Olanda, l'Italia sta a 1,4. E la Francia a 2,2. Vuol dire che la stessa cifra spesa a Roma per decidere due giudizi basta a Parigi per farne tre. Una questione di efficienza. Punto e basta".
Si potrebbe continuare, parlando, per esempio, dei privilegi di cui gode la casta dei magistrati, la quale di sicuro non ha nulla da invidiare a quella dei politici. Basterà ricordare che il numero dei magistrati per diecimila abitanti e' risultato in costante aumento a partire dagli anni Cinquanta: da quel momento a oggi tale rapporto è quasi raddoppiato. E per di più gli stipendi raggiungono livelli ragguardevoli, nettamente superiori a quelli dei colleghi europei. "Un magistrato italiano - scrive Livadiotti - si mette in tasca il 360 per cento dello stipendio medio dei suoi connazionali. Lo stipendio lordo della nostra toga è superiore del 41,4% rispetto a quello del collega tedesco e del 16,1% rispetto a quello francese".
Insomma, alla luce di questi sprechi (abbiamo pubblicato solo un assaggio: basta acquistare il libro e il travaso di bile è garantito), la riduzione dei tribunali non è che una goccia nell'oceano. Robetta. Eppure, voi non ci crederete, ma l'Anm, il sindacato dei magistrati, è già sul piede di guerra e ha trovato persino sponde importanti nell'opposizione. Conoscendo la fifa che contraddistingue questo Governo quando si tratta di prendere decisioni dolorose ma necessarie, immaginiamo già come andrà a finire. Con uno 0-0 annunciato.

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