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Castigat ridendo mores

Tutte le cretinate della Boldrini in un'unica, strepitosa raccolta

Dall'entusiasmo per la chiusura di Miss Italia all'attacco contro gli spot televisivi con donne che servono a tavola. In appena sei mesi di mandato, Laura ne ha sparate di tutti i colori. Ecco tutte le sue "perle"

Non certo l'ultima arrivata. Ex addetta-stampa della Fao, per quattordici anni portavoce dell'Alto Commissariato per i Rifugiati dell'Onu, giornalista e autrice di alcuni libri, tra cui il bellissimo (senza ironia) Tutti indietro, l'attuale presidente della Camera Laura Boldrini è una donna dal profilo autorevole, e la sua elezione a presidente della camera bassa, sei mesi fa, fu salutata con favore dalla maggioranza degli italiani, tanto più che arrivò in un momento di grande caos istituzionale.
Alle ottime credenziali e alle grandi aspettative, tuttavia, hanno fatto da contraltare uscite pubbliche e dichiarazioni che se fossero partite da un'esponente della Destra avrebbero scatenato un diluvio di pernacchie. Non così per la Boldrini, anche perché si sa che i giornaloni italiani sono sempre piuttosto accomodanti (se non proprio in soggezione) nei riguardi di certa Sinistra radical-chic.
Così ho pensato di raccogliere le non poche cretinate che la bella Laura ha "sparato" in appena sei mesi di mandato. Una donna determinata e con le idee chiare, la Boldrini, nonché dotata di un innegabile appeal mediatico che le permette di far veicolare messaggi da cui nascono dibattiti accesi. Il tutto, però, viene rovinato da un'insopportabile aria da maestrina "Iosotutto" e da un certo femminismo-moralismo di maniera che nel migliore dei casi trasforma le dichiarazioni in banalità stereotipate, proprio lei che dichiara di voler combattere gli stereotipi.
La sua prima perla da presidente della Camera risale a fine aprile, quando invocò, fino ad ottenerla, la censura dei blog che si rendono protagonisti, a suo dire, di attacchi sessisti alle donne impegnate in politica. Nel mutismo assoluto di quelli che generalmente insorgono su Internet per difendere la libertà di stampa "perché l'Italia è dietro il Burundi, l'Angola" eccetera eccetera, gli agenti della polizia postale piombavano a casa di un blogger che aveva postato su "Facebook" la foto di una falsa Boldrini nuda, mentre la presidentessa si faceva assegnare un team di sette agenti di polizia postale al suo servizio. Da non credere.
Di lì a pochi giorni, la Boldrini ne sparava un'altra, quando, intervenendo per commentare l'attentato di Palazzo Chigi avvenuto nel giorno dell'insediamento del governo Letta, ammoniva di "fare attenzione agli slogan facili, perché in quel gesto c'è la disperazione di chi ha perso il lavoro". Ora, a parte il fatto che dalle indagini tuttora in corso emerge un quadro che sembrerebbe smentire tutta questa disperazione, ma la signora Boldrini si chiedeva, mentre diceva queste cose, cosa succederebbe se tutti i disperati del mondo facessero attentati dimostrativi contro innocenti agenti delle forze dell'ordine? Un pensiero censurabile, questo sì, tanto più se prodotto dalla mente (e dalla bocca) di chi ricopre un incarico istituzionale.
Ma ormai la Boldrini era partita in quarta, aveva preso confidenza col suo ruolo e da quel momento cominciò a bersagliarci con una serie di fesserie senza capo né coda. Arrivano le perle migliori. 15 luglio. La Boldrini esprime il suo parere sulla scelta della Rai di non mandare in onda "Miss Italia": "Le ragazze italiane hanno altri talenti, non solo quello di sfilare con un numero". Fa niente se Miss Italia abbia lanciato fior fiori di donne dello spettacolo e non solo, qui l'occasione era troppo ghiotta per non esplicitare tutto il femminismo tanto al kilo di cui è infarcito il pensiero della presidente. Passano appena 24 ore e alla Boldrini arriva una denuncia di un cittadino di Ravenna motivata dal fatto che l'8 aprile miss Montecitorio aveva risposto così a un giornalista che le chiedeva in base a quale criterio sarebbero state assegnate le case popolari: "Saranno date prima ai Rom e agli extracomunitari con figli a carico", era stata la risposta (prevedibile) di Laura. Non c'è che dire: buonismo all'ennesima potenza, condito anche da una certa dose di insensibilità nei riguardi dei sempre più numerosi connazionali (svariati milioni dei quali risultano tra i poveri veri) che negli ultimi tempi non se la passano bene. Nulla di scandaloso nel dare le case ai Rom quando ci sono, ma che abbiano addirittura la priorità sembra francamente troppo.
L'ultima prodezza in ordine di tempo è fresca fresca, e forse merita il primo posto della hit parade. Il 24 settembre, intervenendo al convegno "Donne e media", in Senato, la Boldrini torna sul suo cavallo di battaglia: "Basta spot televisivi che mostrano donne che servono a tavola! E' uno stereotipo superato, nel resto d'Europa non lo permetterebbero". Difficile commentare una dichiarazione così priva di senso. Non solo perché gli spot in tv mostrano diversi tipi di donne, e non solo quelle che servono a tavola, ma quand'anche fosse, cosa c'è di male se nella pubblicità di un prodotto alimentare è la donna a servire le portate? Veramente la Boldrini crede che sarebbe opportuno censurare anche degli spot innocui? Non vogliamo neanche pensarlo, anche se il furore moralistico-regolatorio della Sinistra italiana (a ruota di quella europea) sta raggiungendo punte di parossismo che fanno temere il peggio. E negli ultimi tempi abbiamo già avuto diversi esempi di norme da cerebrolesi prodotte a tutti i livelli di governo.
In soli sei mesi Laura ci ha "deliziato" già parecchie volte, chissà cosa combinerebbe in cinque anni. Forse sarebbe opportuno apparire meno sui giornali e in tv, e più alla Camera, dove pare che la presidente non brilli per assiduità di frequenza. A inizio settembre, su 200 ore lavorative era stata presente solo per 50 ore. Laura non c'è, verrebbe da dire, anche se lei si è difesa affermando di essere in linea con due degli ultimi presidenti della Camera, ovvero Fini e Casini. Praticamente tra i peggiori della storia repubblicana. Non esattamente un vanto.   
            

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