Il blog aperto a tutte le idee orginali, alle opinioni coraggiose, alle riflessioni espresse senza peli sulla lingua
Castigat ridendo mores

Eurozona: il mostro con cui le élite neofeudali cancelleranno democrazia e diritti. La storia e i nomi

Impedire agli Stati democratici di spendere per il bene comune e costringerli a sottostare a leggi sovranazionali emanate da persone non elette: così i grandi poteri stanno distruggendo la democrazia e la borghesia, creando una massa di sottopagati. Una storia di estrema cupidigia che Paolo Barnard riassume in questo articolo con fatti e nomi precisi


Continua da tre precedenti articoli: 1)Il debito pubblico non è un problema, anzi: è la nostra ricchezza; 2)Ecco perché gli evasori e la "casta" non sottraggono nemmeno un euro alla ricchezza nazionale; 3)Un sistema economico da disfare: a cominciare dal culto delle esportazioni.
Proseguiamo con il discorso avviato alcune settimane fa per comprendere come funziona l'economia finalizzata al benessere comune, e per capire come questa economia sia stata scientificamente smantellata. Ma da chi e con quali scopi? L'ultimo articolo della serie sarà dedicato proprio a queste risposte, e riporterà integralmente un articolo pubblicato da Paolo Barnard sul proprio sito, con cui il giornalista sintetizza quanto scritto nel libro "Il più grande crimine".
Abbiamo cercato fin qui di dimostrare che l'Eurozona non è altro che il più tragico e riuscito esperimento messo in atto per capovolgere la vera economia che aveva portato democrazia, diritti e benessere per un numero di persone mai visto prima. L'economia basata sull'assunto che lo Stato deve essere il proprietario e monopolista della moneta che tutti noi usiamo; lo Stato la emette (attraverso la sua spesa) versandola nel contenitore pubblico-privato di aziende-lavoratori-consumatori, e generando direttamente o indirettamente tutti i nostri redditi; ne preleva poi attraverso le tasse solo una parte, affinché il nostro contenitore registri un attivo. Il capovolgimento di questo sistema è invece l'Eurozona, dove la moneta non è emessa da alcuno Stato, bensì dalla Banca centrale europea, la quale la immette non nel nostro contenitore, ma nelle riserve dei mercati di capitali privati, da cui gli Stati la prendono in prestito dovendola poi restituire tutta con gli interessi. Conseguentemente sono obbligati a prelevare dal nostro contenitore tutto il denaro che vi hanno versato prima, lasciando a noi zero. Il risultato è impoverimento matematico, tagli alla spesa e ai servizi, tasse ammazza-economia, deflazione, disoccupazione, masse disposte a lavorare a qualsiasi condizione, Stati in balìa della speculazione e delle grandi multinazionali.
Veniamo quindi all'articolo di Barnard. E' una storia di estrema cupidigia che parte da molto lontano e che il giornalista riassume in questo articolo con fatti e nomi precisi. Buona lettura, e se trovate l'articolo troppo lungo potete leggerlo un po' alla volta, ne vale davvero la pena.

Tratto da paolobarnard.info, titolo originale: "Il Neofeudalesimo si chiama Eurozona. E' un mostro. Storia, nomi, fatti".
Il complotto. Una parola trasformatasi in un’arma micidiale ai danni di chi studia, denuncia, e lotta contro il Vero Potere. E’ usata da giornalisti soprattutto, quelli che dalle pagine dei grandi quotidiani e dagli schermi Tv ammiccano sorrisetti spregiativi quando quelli come me parlano di Unione Europea criminale, di progetto Neoclassico e infine di NEOFEUDALESIMO. Ci tacciano di essere dei fantasisti o pazzoidi che parlano di complotti, sciocchezze… suvvia, siamo seri.
Io (e pochissimi altri) denuncio cose che volano in effetti chilometri sopra la comprensione comune della gente. Esse sono così distanti dal ‘ragionevole’, dal ‘plausibile’, che è gioco facile, per coloro che sanno invece benissimo che quello che io denuncio è vero, squalificarmi come complottista. E allora l’Olocausto?
Il massimo storico dell’Olocausto mai esistito si chiamava Prof. Raul Hilberg. Il suo monumentale volume “La Distruzione degli Ebrei d’Europa” racconta fra la tante cose un fatto proprio ‘irragionevole’ e ‘non-plausibile’, una cosa che si direbbe pazzesca. Ed è che nella civilissima Germania degli anni ’40 del XX secolo, la macchina mostruosa dell’Olocausto si compose precisamente di due componenti:
A) di un’ideologia divenuta fede – cioè che l’ebreo andava eliminato per la salvezza del continente Europa;
B) e di una, si faccia attenzione!, macchina burocratica di sterminio AUTOPROPAGATASI, cioè non comandata dall’alto pianificata dai vertici nazisti. Ovvero di un moto perpetuo e autonomo che creava pezzi della macchina di sterminio man mano che questo moto passava da una testa all’altra, da una burocrazia all’altra, da una regione all’altra, da un’autorità locale all’altra, in Germania come in Polonia ecc. Nessun decreto di Hitler con le parole “gassateli”, nessun comando berlinese di ingegneri pianificatori dei campi di concentramento, nessuna riunione del Terzo Reich dove ogni sei mesi si faceva il punto dello sterminio. Ma, ripeto, un moto AUTOPROPAGATOSI da un’ideologia/fede e che ha finito col ricomporsi SPONTANEAMENTE in un Olocausto gestito da migliaia di pezzetti burocratici autonomi senza alcuna gestione centrale. Non so se vi è chiaro, ma tutto questo ha dell’incredibile, eppure fu così, lo decreta il massimo storico del Nazismo mai esistito. Ora…
… immaginate se un’autorità della statura immensa come quella del prof. Raul Hilberg avesse scritto di tutto ciò, previsto tutto ciò, negli anni dell’ascesa al potere di Hitler. Ma è straovvio: lo avrebbero squalificato come un mentecatto delirante e un complottista, probabilmente anche dagli stessi ebrei tedeschi. Facile, come bere un bicchier d’acqua.
E qui arrivo al nostro NEOFEUDALESIMO. Il mio lavoro di oggi, dopo il saggio Il Più Grande Crimine 2011, sta svelando una pianificazione di quasi un secolo da parte delle elite Tradizionaliste Neofeudali europee, cioè il Vero Potere, per riprendersi il dominio perduto dall’Illuminismo in poi; per, soprattutto, re-imporre alle “masse ignoranti” d’Europa un GIUSTO ORDINE che ne avrebbe evitato, a loro parere, la degenerazione in un modello di ‘depravata democrazia all’americana’. Il GIUSTO ORDINE significava e significa oggi per loro l’assoluto controllo di una elite non-eletta su centinaia di milioni di cittadini europei sempre più impoveriti, e quindi resi servi impotenti. E lo strumento che queste elite Neofeudali hanno usato per portare al successo quella pianificazione è l’UNIONE MONETARIA EUROPEA, oggi chiamata Eurozona, che infatti sta ottenendo la devastazione della democrazia e degli standard di vita in tutta Europa, con crolli di quegli standard e dell’economia della piccola-media borghesia di proporzioni indicibili. Ebbene, ricordate Hilberg: facile per i tromboni servi del Vero Potere ridicolizzare me e le mie autorevoli fonti accademiche come complottisti. Ma non lo siamo. Noi vi stiamo raccontando il prossimo Olocausto, dove nei campi di sterminio è già oggi finita la DEMOCRAZIA.

Elite Tradizionaliste Neofeudali: da dove nascono? E cosa hanno fatto?
Per semplificare un racconto immenso, parto dal New Deal di Franklin D. Roosevelt. Quando la notizia di quella rivoluzione sociale ed economica americana giunse in Europa, essa fu accolta dai discendenti delle famiglie dominanti e dai maggiori capitani d’industria, i Tradizionalisti Neofeudali, con orrore. Niente meno che orrore. Ma che stava facendo quel pazzo degenerato di Roosevelt?, pensarono. Dio! Stava usando i soldi dello Stato per creare dei “falsi diritti” per le “masse ignoranti”, per i disoccupati, e gli stava migliorando lo standard di vita! Questo era anatema per Tradizionalisti Neofeudali, per due motivi: lo Stato USA, poiché possessore di una moneta sovrana, aveva in mano uno strumento di potere di fuoco infinito per far avanzare proprio le spregevoli “masse ignoranti”, e questo poteva contagiare anche gli Stati d’Europa. Andava evitato a tutti i costi; e una volta che le “masse ignoranti” avessero ottenuto abbastanza diritti e benessere, sarebbero divenute troppo potenti e avrebbero definitivamente distrutto i VALORI DEL GIUSTO ORDINE SOCIALE perduto dopo il crollo dei feudalesimi a favore della democrazia. Questi valori sono:
A) sottomissione delle “masse ignoranti” alla superiore saggezza delle elite non-elette, che le governa attraverso istituzioni SOVRANAZIONALI rette da tecnocrati fedeli ai Tradizionalisti Neofeudali (vi dice già qualcosa….?).
B) una vita di permanente povertà o scarsità delle “masse ignoranti” per non alzare troppo la testa sopra il regno della Chiesa vaticana, fedele alleata della restaurazione del GIUSTO ORDINE.
C) da quella scarsità doveva venire paura e insicurezza continua delle “masse ignoranti” per cementare tutto ciò. Un esempio concreto: essi pensarono che con “masse ignoranti” rese benestanti ‘alla americana’ non sarebbe più stato possibile spedire milioni di poveracci a crepare come maiali al macello nelle trincee di una guerra Neofeudale (I Guerra Mondiale), o in avventure coloniali dello stesso stampo, non sarebbe più stato possibile estrarre manodopera della gleba per i loro conglomerati industriali.
Ora ecco chi erano i Tradizionalisti Neofeudali. Il primo gruppo si riunì fra le due Grandi Guerre attorno al Comité des Forges in Francia, finanziato dalla famiglia Wendel e dai tedeschi Krupp, con interventi finanziari di non poco conto della Banca di Francia. Erano politici principalmente, ma raccoglievano le idee di pensatori noti, da Junger a Keyserling, Heidegger, Jouvenel, Perroux, Mounier, Celine, naturalmente selezionandone le analisi più convenienti per il loro sogno di restaurazione del GIUSTO ORDINE, e scartandone molte altre (ad eccezione di Perroux che fu preso e copia-incollato da cima a fondo). Gli economisti di riferimento erano i Neoclassici più noti allora: Walras, Jevons, Menger. Questo primo drappello fu immediatamente ingrossato nelle sue fila dai maggiori industriali nord europei (franco-tedeschi soprattutto, il cosiddetto cartello dell’acciaio-carbone), dalle famiglie nobili, prima fra tutte la famiglia tedesca dei Thurn Und Taxis e i belgi Davignon e Boel, i Reali allora esistenti in Europa (esclusa la Gran Bretagna), e la miriade di discendenti della casa Hohenstaufen (non posso qui elencare tutti questi ‘rentiers’ europei, ma sono migliaia di famiglie).
Se ne deduce che era principalmente un ‘asse’ franco-tedesco, ed aveva un progetto ben preciso: sottomettere a quasi servitù intere nazioni europee a cominciare da Italia, Portogallo, Spagna, il Benelux, e anche gli scandinavi. L’Europa dell’est neppure era presa in considerazione, la consideravano territorio coloniale come l’Africa. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, i Tradizionalisti Neofeudali avevano due visioni nette: la prima era che la ‘democrazia dei consumi’ d’oltreoceano avrebbe finito per corrompere quella società con i valori ‘depravati’ del benessere minimo della gente, fino alla sua distruzione. Infatti il capitalismo americano, per quanto infestato di imperfezioni, doveva (e deve) mantenere in vita un minimo di spesa pubblica per evitare il collasso totale dei consumi, che è contrario agli interessi delle Corporations, e quindi doveva (e deve) mantenere le strutture democratiche di: governo sovrano, Parlamento che decide la spesa (Congresso), e Banca Centrale che la finanzia (FED). Tutti elementi, questi, che per i Tradizionalisti Neofeudali erano bestemmie politiche allo stato puro che avrebbero affondato gli USA celebrando la vittoria della loro Europa neofeudale; la seconda visione era che appunto l’Europa non avrebbe mai dovuto diventare un modello americano di Stati Uniti d’Europa con un governo centrale democraticamente eletto, un Tesoro comune e Banca Centrale a garanzia dei debiti pubblici (vi dice già qualcosa…..?). Il fatto è che in America nessun singolo Potere era, ed è mai riuscito badate bene, come invece in Europa oggi proprio al culmine del sogno Neofeudale, a impossessarsi di tutti e tre i poteri fondamentali delle elite: il potere economico, quello politico e quello di manipolazione delle masse. I Tradizionalisti Neofeudali invece lavorarono proprio per impossessarsi di tutti e tre questi poteri, con un successo tragico oggi chiamato Unione Europea/Eurozona.
Ora torniamo al loro valore numero uno, sopradescritto come: A) sottomissione delle “masse ignoranti” alla superiore saggezza delle elite non-elette, che le governa attraverso istituzioni SOVRANAZIONALI rette da tecnocrati fedeli ai Tradizionalisti Neofeudali. La domanda che si posero fu come ottenere una struttura simile. La risposta che gli arrivò fu lampante: creare una UNIONE MONETARIA, che privando gli Stati della loro moneta li distruggeva di fatto totalmente, e li assoggettava ai gestori esterni, sovranazionali, di quella UNIONE. Uno Stato senza portafoglio è un eunuco, anche meno di questo, è come un padre di famiglia senza reddito, il cui Parlamento diventa una facciata di cartapesta: democrazia MORTA. Di conseguenza le “masse ignoranti” sarebbero andate allo sbando e crollate nella deflazione permanente del loro standard di vita (vi dice già qualcosa….?), esattamente lo scopo dei Tradizionalisti Neofeudali.
La sopraccitata risposta gli fu servita da quattro uomini: Robert Schuman, lobbista dell’industria pesante francese di acciaio e carbone, e un prediletto del Vaticano, uomo di collegamento coi trust dell’acciao-carbone tedeschi; Jean Monnet, banchiere, esperto di finanza, e uomo strategico perché in buoni rapporti con gli USA; Walter Funk, presidente della Reichbank (1943); e Francois Perroux, economista, il vero cervello dietro la moneta unica e il modello di Banca Centrale Europea che poi sarebbe venuto, un filonazista puro (almeno fino a che non giudicò Hitler troppo ‘soffice’), con cui lavorava un altro economista di pura tradizione neofeudale, Jaques Rueff.
I Neofeudali di Francia e Germania a quel tempo, e qui stiamo già parlando dei primi anni dopo il 1945, capirono però che non potevano portare avanti un progetto di rottura così violento coi valori americani, perché l’Europa ridotta a macerie era appesa alla tetta di Washington disperatamente. Qui fu la furbizia di Monnet a fare il trucco. Monnet semplicemente descrisse il micidiale progetto neofeudale della UNIONE MONETARIA ai presidenti USA Truman e Eisenhower come un’unione europea di nazioni retta da un governo di saggi in funzione anti Sovietica! Un muro contro il ‘pericolo rosso’. Non solo, Monnet disse agli americani che la Banca di Francia avrebbe continuato a finanziare la Germania dell’ovest, visto che i Wendel erano di fatto i padroni della banca. Washington ci cascò, e rimase totalmente inconsapevole della vera natura del progetto descritta sopra, e del suo odio feroce per qualsiasi modello americano.
Prima di proseguire, va spiegata una cosa di una importanza cruciale, ma veramente assoluta. Quando parliamo di uomini del Vero Potere, tendiamo automaticamente a pensare a questi vampiri che siedono su castelli stracolmi di oro, ricchezze, fortune immani, e che fanno ciò che fanno a milioni di innocenti per pura arrogante avidità. No. Fermi. Personaggi di questa matrice esistono certamente, ma sono più gli americani a essere di quella pasta, come alcuni europei certo, ma NON i Tradizionalisti Neofeudali. No, no e no. Essi, dovete capirlo, lavorarono, e oggi lavorano, solo per due motivi:
A) Un senso di investitura divina al DIRITTO di governare le “masse ignoranti”, esattamente come i loro antenati in epoca feudale. Ma soprattutto…
B) Un senso del DOVERE, cioè di dover fare quello che fanno, se no, essi sono convinti, il mondo del GIUSTO ORDINE SOCIALE verrà travolto dalla depravazione di quel mostro purulento chiamato democrazia, che per loro è la fonte della fine di ogni valore, di ogni buon senso, la fonte della fine di tutto. Loro DEVONO salvarsi e salvarci, a costo di ammassare montagne di cadaveri. Ricordate bene: un uomo come l’attuale presidente del Consiglio Europeo, il super-Neofeudale Herman Von Rompuy, o un uomo come Mario Monti, ne sono convinti fin nel midollo. Così Juncker, Draghi, Issing, Barnier, Rehn, così era Padoa Schioppa e soci. Ecco perché non mostrano un milligrammo di pietà umana per le sofferenze di milioni di europei oggi (vedi Grecia). Essi pensano che essa è la giusta via del SACRIFICIO per impedire a tutto il continente di sprofondare nella sparizione finale dei loro ‘GIUSTI VALORI’. Lo Stato non dovrà MAI PIU’ garantire alle masse i “falsi diritti” del welfare, della democrazia, del benessere in crescita (non vi dice già qualcosa….?). In questo i Tradizionalisti Neofeudali odierni derivano la loro ideologia non solo dai personaggi sopraccitati, ma anche da Heidegger, Hitler, Goebbels, Funk e Schacht, tutti autori di scritti e noti discorsi contro la ‘perversione’ del New Deal di Roosevelt, cioè del modello di Stato interventista nel sociale, e a favore invece della supremazia delle elite su Stati imbelli. Ma la derivano soprattutto (Monti fra i primi) da colui che si contende il titolo di ‘Il più sociopatico economista mai vissuto’ con Robert Malthus, cioè Friedrich Von Hayek, della cosiddetta scuola austriaca, un vero razzista di proporzioni epiche, l’uomo che scrisse di poter tollerare un minimo di Stato Sociale ma solo “per impedire ai poveri di esasperarsi al punto da divenire un pericolo fisico per le classi dominanti” (sic). E’ l’uomo che dopo il francese Perroux si batté per impedire l’accesso delle “masse ignoranti” all’istruzione pubblica, considerata pericolosa perché avrebbe fatto comprendere alle masse l’economia.

Il salto del Neofeudalesimo dei Tradizionalisti al Vero Potere Neofeudale del giorno d’oggi.
Non vi faccio perdere tempo. La nascita dell’Unione Europea è roba stranota come tappe formali: Piano Schuman 1949, la CECA nel 1951, il Trattato di Roma 1957, nel 1967 la Comunità Europea (CE), nel 1979 eleggemmo il primo Parlamento Europeo, poi arriva il 1993 quando nasce l’Unione Europea col Trattato di Maastricht, che sancì una serie di riforme eclatanti, fra cui dal 1 gennaio 2002 quella dell’Euro come moneta unica per i suoi membri. La nostra Banca Centrale Europea di oggi è stata modellata precisamente sulle indicazioni del tradizionalista neofeudale Francois Perroux, che già allora scrisse quelli che oggi sono i comandamenti della BCE: impedire agli Stati di spendere a deficit per il terrore dell’inflazione; le crisi si curano con Austerità feroci, cioè tagli sociali e super tasse; il Mercato Unico deve esser il Signore assoluto senza nessuna interferenza degli Stati; la flessibilità del lavoro è un comandamento imprescindibile. Questo scrisse il neofeudale Perroux nel 1943 (!), e questo è oggi!
E sempre stando col francese, ma anche con l’ultra neofeudale austriaco sopraccitato, Hayek, si viene a sapere che l’idea di sottomettere le banche al potere delle elite neofeudali – oggi in pieno svolgimento con l’Unione Bancaria UE (si legga http://paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=834) – fu loro già 60 anni fa.
Oggi, le idee tradizionaliste/neofeudali degli anni ’30 di UNIONE MONETARIA, Banca Centrale e distruzione della spesa pubblica degli Stati, hanno preso la forma della perversa struttura dell’Eurozona, con l’UNIONE MONETARIA, la BCE, e le AUSTERITA’. Queste perfette riproduzioni del vecchio progetto tradizionalista neofeudale hanno di fatto spogliato totalmente gli Stati ex sovrani di ogni reale potere consegnandolo a elite non-elette (Commissione UE), e ne hanno esautorato i Parlamenti con i Trattati UE sovranazionali che sono superiori in autorità alle nostre leggi, cioè il sogno neofeudale come detto più sopra. Ora notate però una cosa: il progetto tradizionalista neofeudale ha tolto tutto allo Stato nazionale meno una cosa: il potere di polizia fiscale, proprio per imporre a milioni di esasperati cittadini gli orrori del ‘giusto sacrificio’ del GIUSTO ORDINE neofeudale, che io ho battezzato coi nomi di Economicidio e Chemiotassazione. Bene, anche questa idea risale al club di Perroux, Funk, Rueff e soci, altra mostruosità neofeudale presente sulla soglia di casa di milioni di noi oggi.
Ma chi sono oggi i portatori dell’oscena torcia Neofeudale nella UE? cioè: CHI SONO GLI UOMINI CHE HANNO RACCOLTO L’EREDITA’ DEL PIANO TRADIZIONALISTA NEOFEUDALE DEGLI ANNI ’30, E CHE LA STANNO PORTANDO ALLA VITTORIA CON LA DEVASTAZIONE DI TUTTE LE NOSTRE EX DEMOCRAZIE, CON DISOCCUPAZIONE RECORD, PAURA SOCIALE, E DEFLAZIONE ECONOMICA PERMANENTE AI MASSIMI LIVELLI DA 70 ANNI CREATE A TAVOLINO DALL’EUROZONA E DAI SUOI TRATTATI?
Ne ho già nominati alcuni, cioè Herman Von Rompuy, Mario Monti, Juncker, Draghi, Issing, Barnier, Rehn, Barroso, così era Padoa Schioppa. Aggiungo alcuni altri colossi neofeudali: Jaques Attali, Jaques Santer, lo fu Francois Mitterrand, Jean Claude Trichet, poi Giuliano Amato, Romano Prodi, Theo Weigel, col codazzo di centinaia di vassalli tecnocrati come gli italiani Marco Buti e Massimo Tononi. Vi si aggiunge la corte di latifondisti, nobili e massoni ammorbati di Opus Dei che si riuniscono attorno a Etienne Davignon e al famigerato club Bilderberg, sempre potentissimi. Poi il micidiale Jaques Delors, l’uomo di devota ‘scuola Perroux’ che ha tenuto le massime redini d’Europa (Presidente Commissione Europea, il vero potere UE) per tutti i 10 anni cruciali del passaggio dalle democrazie degli anni ’70 agli Stati fantoccio del dopo Maastricht/Eurozona. Poi non si dimentichino le correnti tedesche di economia della Scuola di Berlino e di Bremen, con il cosiddetto ‘Ordo-Liberismo’ di Walter Eucken che ha spacciato a generazioni di gonzi tedeschi il Neofeudalesimo come corrente sociale!
Ma qui c’è un altro passaggio da capire, che è cruciale. L’avanzata del NEOFEUDALESIMO, cioè della VERA ANIMA di tutto quello che a voi raccontano come Eurozona e Unione Europea e che ci sta distruggendo come democrazie, si è servita di una specie di ‘ascensore’ per arrivare invisibile nella stanze del potere. Hanno usato l’economia cosiddetta Neoclassica e quella Neoliberista. Come detto, i Neofeudali hanno usato un’arma principale per ottenere l’abbattimento del potere degli Stati di spendere per la crescita del popolo e della democrazia: l’UNIONE MONETARIA, che, ripeto, significa 1) bloccare la spesa pubblica 2) creare il terrore dei deficit 3) imprigionare i governi entro spese pubbliche microscopiche 4) quindi paralizzare il flusso di denaro nelle società, portando deflazione economica, fallimenti a catena, disoccupazione alle stelle, paura e insicurezza di tutti 5) e consegnare noi cittadini/aziende nelle mani dei produttori ‘privati’ di denaro, cioè le banche, visto che il produttore di denaro pubblico, lo Stato, è stato castrato.
Bene, queste folli regole erano per coincidenza anche il vangelo degli economisti prezzolati dal Vero Potere che si organizzarono per distruggere, per letteralmente polverizzare, tutta l’Economia Sociale nata dal pensiero di Marx, di Keynes, della Robinson, di Kalecki, di Godley, quella cioè che predicava l’esatto opposto: uno Stato DEVE SPENDERE PIU’ DI QUELLO CHE TASSA PER FAR CRESCERE IL 99%, A SCAPITO DELL’1%. Questi economisti prezzolati dal Vero Potere erano e sono appunto i Neoclassici e i Neoliberisti, quelli che (parlando dell’Italia) oggi campeggiano alla Bocconi e sul Corriere della Sera, cioè i Giavazzi, gli Alesina, i Boeri, i Mingardi, Stagnaro, Boldrin, ecc. Ma soprattutto i loro ‘superiori’ internazionali come Von Mises, Friedman, Brunner, Tsiang, Meltzer, Lucas, Reinhart e Rogoff, Mankiw ecc. La cosa pietosa di sto drappello di venduti con crimini sociali sulla coscienza è che non si sono mai resi conto di essere stati usati come ‘ascensori’ da un potere ben più devastante, quello Neofeudale, che li disprezza persino, considerandoli troppo morbidi nell’opera di annientamento delle “masse ignoranti”, così come Perroux considerava Hitler troppo morbido. Ma i Neofeudali li hanno e li stanno ancora usando. Il problema è che tantissimi antagonisti del Vero Potere credono in buona fede che il nemico da combattere in UE siano ste ‘puttane’ dell’economia Neoclassica Neoliberista, mentre no! NO!, il nemico ha un altro nome: NEOFEUDALESIMO. Ma naturalmente…. Barnard è un complottista… eh? cari miei economisti ‘di sinistra’ eteroignari alla Brancaccio, Zezza o Bellofiore? Non avete ancora capito NIENTE del Vero gioco, sciocchi.

Il grande paradosso capitalistico.
Una domanda, sono certo, vi ha già percorso la mente da un bel po’. Questa: ma le classi capitaliste europee non la vedono la contraddizione fra la dottrina ormai dilagante del Neofeudalesimo e i loro interessi? Non lo vedono che distruggere la ricchezza immessa dallo Stato in cittadini/aziende (la spesa pubblica), che creare così deflazione permanente, e che ridurre alla semi-povertà milioni di europei li danneggia nei commerci di beni e servizi e quindi nei profitti?
La risposta a questa domanda è sempre – come tutto è quando si parla di Vero Potere, e così come nell’esempio iniziale dell’Olocausto – scioccante e incredibile. La semplifico. Uno dei colossi dell’economia sociale, quella dell’INTERESSE PUBBLICO, e naturalmente sepolto e dimenticato, era Michal Kalecki, polacco. Già lui negli anni ’40 del XX secolo ci avvisava della miopia, MIOPIA, permanente e irrimediabile della classe capitalista imprenditrice. Disse Kalecki che, contrariamente a tutte le evidenza della scienza economica, gli imprenditori nascono, crescono e muoiono con stampato nel loro cervello il Dogma secondo cui un’azienda profitta se paga i lavoratori il meno possibile. E questo, già ai tempi del geniale polacco, valeva per il gigante Krupp come per il salumaio di quartiere. Oggi questa demenziale distorsione mentale esiste identica in tutta la classe imprenditrice europea, dalla Fiat o Siemens, alle piccole medie imprese, al bar.
Non è valso nulla che un altro genio dell’economia sociale come John Maynard Keynes abbia dimostrato all’infinito che il “Paradosso del Risparmio” è una rovina di tutto il ciclo economico mondiale: se si pagano poco i lavoratori, se si risparmia e non si spende, crolla il flusso di liquidità che è proprio quello che fa crescere aziende ed economia, che permette gli investimenti e infine i profitti stessi. E’ lampante no? Ma no. Non è valso a nulla che Marx nell’800 o che Godley pochi decenni fa abbiano spiegato ai capitalisti i precisi meccanismi della creazione del profitto, che richiede SEMPRE l’esistenza di categorie di salariati capaci di spendere bene a favore di altre categorie (e se possibile senza ricorrere al debito con le banche), con, come fornitore di liquidità di ultima istanza lo Stato. No. Niente. I capitalisti non lo capivano, e non lo capiscono ancora oggi. Gli imprenditori colossi, ma anche quelli medi e piccoli, non la vogliono capire. E allora ecco che si spiega perché il fanatismo dei Neoclassici di ridurre tutti i salari a livelli di semi-povertà gli va a genio perfettamente. E’ il trionfo del loro istinto idiota di dominare i dipendenti credendo di trarne profitto. E’ il trionfo della cocciuta stupidità dell’imprenditore che NON CAPISCE MAI, MAI NULLA DEI FONDAMENTALI DELLA MACROECONOMIA KEYNESIANA, che invece farebbe la fortuna sua e dei suoi dipendenti allo stesso tempo.
Pensate, in questo contesto, al fenomeno delle mega-fusioni e acquisizioni industriali e bancarie. Spiego: da diversi anni assistiamo a una corsa maniacale di Corporations e banche ad acquistare rivali, o aziende minori, per creare questi colossi sempre più immensi. Cito solo la tedesca Audi o la Deutsche Bank perché la Germania è oggi lo Stato che più al mondo corre per gonfiare in modo mostruoso le dimensioni delle proprie maggiori aziende; ma anche la nostra Unicredit, ENI o ENEL tentano espansioni simili, e altri esempi sono infiniti. Il punto che hanno in comune tutti questi operatori del mega capitale è sempre il medesimo: tagliare i costi e i salari. Cosa stanno facendo questi sciagurati? Semplice: obbediscono all’ordine Neofeudale secondo cui appunto l’immane concentrazione del potere dei Signori deve ritornare agli splendori dei secoli IX o XII, con servitù della gleba come manodopera sia di colletti bianchi che blu. E di nuovo non comprendono che questo deprimerà proprio l’economia su cui vivono. No! Comandare è più importante per loro, del resto sono ciechi.
E poi si faccia attenzione: i Neofeudali sanno benissimo che una volte che una Corporation o una banca divengono ipertroficamente colossali, è impossibile per qualsiasi Stato lasciarle fallire quando l’economia che esse stesse hanno depresso, come detto sopra, collassa, perché finirebbero per trascinarsi dietro mezzo mondo. E allora gli Stati devono usare il denaro pubblico per salvarle, chinando la testa come sguatteri. E perché la chinano? PERCHE’ NON POSSONO PIU’ USARE LA LEGGE DEI PARLAMENTI PER COMANDARE NELL’INTERESSE PUBBLICO, VISTO CHE I NEOFEUDALI SONO OGGI I SOLI POSSESSORI DELLA LEGGE SOVANAZIONALE. Attenti a questo passaggio, lo ripeto. Solo i Tecnocrati Neofeudali possono oggi controllare questi colossi industriali e bancari, visto che sono loro, i Neofeudali della Commissione Europea, della BCE o del Consiglio UE che gestiscono l’arma finale di tutte le armi:
LA LEGGE, oggi da loro esclusivamente creata in UE.

La disperazione di un pubblico che non capisce. Cosa va fatto.
Una precisazione importantissima per i lettori, che, mi perdonino, non riescono mai bene a capire le ombre del Vero Potere e virano sempre verso un quadro di buoni contro cattivi, chi vince chi perde. No, le cose nel mondo del Vero Potere, specialmente nella sua versione Neofeudale, non stanno così.
La guerra è in corso, non è vinta, i Neofeudali hanno indiscutibilmente ottenuto vittorie agghiaccianti, le ho già descritte alla noia, ma ribadisco: basti pensare al fatto che Camera e Senato oggi sono stati resi teatrino di campagna assieme alla nostra Costituzione; basti pensare che l’Italia non ha mai visto un crollo dei consumi come quello odierno dalla fine della II Guerra Mondiale (Istat), con i giovani disoccupati italiani in numeri di livello africano. Io qui vi ho raccontato dell’esistenza di questo mostro e di ciò a cui mira in futuro. Ma ci sono forze antagoniste alla restaurazione finale del NEOFEUDALESIMO in Europa: non sono certo gli attivisti, che non ci capiscono nulla e si rifiutano di capire; non sono certo (perdonate, conato…) i sindacati. Sono alcune forze di capitalismo europeo filo-USA; è una parte del mondo finanziario, quella più vicina al sistema bancario ‘retail’, cioè piccole-medie banche; ma soprattutto sono le colossali incognite del capitalismo russo e cinese, dell’asse che stanno creando con l’idea di uno Yuan moneta di riserva internazionale sostenuta dal gas/petrolio russo, cioè un rivoluzione economica sempre modellata sugli Stati Uniti che potrebbe spazzare via da sola tutto il progetto neofeudale in pochi anni.
Ma per ora i Neofeudali sono qui, a Bruxelles e a Francoforte, e sono micidiali, hanno in mano tutto il potere, TUTTO. E qui arriva la mia disperazione: un pubblico che non capisce.
Lo avete capito che tutto ciò che hanno creato i NEOFEUDALI in oltre 70 anni è all’origine della più devastante crisi delle democrazie, dell’economia, dei posti di lavoro, del futuro dei giovani, della tutela sociale dalla fine della II Guerra Mondiale? Lo capite che l’urlo dell’operaio del Veneto, che la depressione della famiglia laziale una volta benestante e oggi in crisi, che il collasso dei diritti alla vita dignitosa alla salute alla prosperità di milioni di noi provengono tutti dal progetto Neofeudale, OGGI VINCITORE? Lo avete capito che quel progetto ha distrutto la spesa pubblica, la sovranità dei Parlamenti, e l’economia dell’Interesse Pubblico, per restaurare il GIUSTO ORDINE del regno delle elite sulle “masse ignoranti”? E si chiama Eurozona, UE dei tecnocrati.
Lo avete capito che un fantoccio patetico come Renzi, immediatamente chiamato a obbedienza dalla neofeudale Angela Merkel, conta come una cacca di piccione sul davanzale d’Europa? Lo capite che i politici di Roma sono ridicoli figuranti impotenti e grottescamente ignari di tutto il Vero Potere? Vi è chiaro che gli sbraiti di un cretino di Genova neppure arrivano alla soglia di casa dell'autista di uno come Herman Von Rompuy? Che neppure arrivano all’orecchio della camiciaia di Barnier? Lo avete capito che il Vero Potere va studiato e che dobbiamo contrapporgli una guerra totale combattuta da uomini e donne con pedigree d’acciaio, con una preparazione che spacca un capello con uno sguardo? Che va combattuto da chi ha la seguente idea chiara, limpida e scolpita nell’acciaio della propria determinazione a liberarsi:
I NEOFEUDALI CI HANNO SOTTOMESSI, DEPREDATI DI DEMOCRAZIA E DIRITTI, CI HANNO SCHIAVIZZATI USANDO CODICI DI LEGALITA’ DA LORO RESI ‘PLAUSIBILI’, QUANDO INVECE ERANO ‘INIMMAGINABILI’, E CI RISERVANO UN FUTURO DA SERVITU’ DELLA GLEBA NEL TERZO MILLENNIO.
ORA NOI DOBBIAMO RIPRENDERCI 250 ANNI DI CODICI DI VERA LEGALITA’, QUELLA CHE HA PRODOTTO LE PIU’ AVANZATE COSTITUZIONI DEL MONDO PER L’INTERESSE PUBBLICO, E SBATTERGLIELA IN FACCIA, CON IL POTERE RESTITUITO AGLI STATI SOVRANI E AI PARLAMENTI DI FERMARLI E DI ARRESTARLI, DI PROCESSARLI PER I LORO IMMANI CRIMINI, E DI FARLI SPARIRE.
Questo dobbiamo fare. Significa: l’uscita dell’Italia dall’Eurozona neofeudale, il ripristino della nostra SOVRANITA’ MONETARIA E PARLAMENTARE, e l’applicazione in Italia della migliore economia dell’Interesse Pubblico mai esistita: la Mosler Economics MMT. Leggete il Programma di Salvezza Economica per il PaeseMa significa soprattutto un’altra cosa, caro lettore, cara lettrice: che tu, come me, ritrovi il CORAGGIO, il coraggio di ribellarti, ora che sai cosa ti stanno facendo. Caro lettore, cara lettrice, senza coraggio siete morti, e saranno morti i vostri figli, e se non avrete coraggio ve lo meritate.
(p.s. buone elezioni europee… come andare a investire in un pollaio di Vicenza credendo di influenzare la Borsa di New York.)


* si ringraziano i contributi di: primo fra tutti Alain Parguez, poi Ferguson, Lacroix-Riz, Tooze, Bruneteau, Bliek, Piettre, Lhomme, Sartre, Herman, Chomsky, Zoccarato.
PAOLO BARNARD

IMI: la storia sepolta dei "dimenticati di Stato"

Lasciati in balìa dei tedeschi dopo l'8 settembre '43, 700 mila soldati italiani si rifiutarono di combattere per la Germania immolandosi per il bene della patria. Furono deportati nei lager dove ne morirono 50mila, ma alle famiglie non fu detto neanche dove erano seppelliti: perché?

Quando Roberto Zamboni, vent'anni fa, indagando nei documenti degli archivi di Stato alla ricerca dello zio scomparso, iniziò a rinvenire i loro nomi con i cimiteri in cui erano stati inumati, rimosse il coperchio su una storia sepolta da decenni di oblio: la storia di oltre 700 mila "IMI", gli internati militari italiani, 50 mila dei quali morti nei campi di concentramento nazisti senza che i familiari avessero almeno una lapide su cui piangerli. Eppure i loro corpi avevano ricevuto una degna sepoltura in numerosi cimiteri militari della Germania, dell'Austria e della Polonia. Ma perché, allora, a genitori, mogli, fratelli non fu detto nulla?

Quando l'8 settembre del 1943 fu reso noto l'armistizio che il maresciallo Badoglio aveva firmato con gli Alleati cinque giorni prima, in Italia scoppiò il caos, soprattutto nelle file delle nostre truppe. Mentre il re e Badoglio si davano alla fuga rifugiandosi nel Sud ormai conquistato dagli anglo-americani (che erano sbarcati in Sicilia il 10 luglio provocando il crollo del regime fascista e la caduta di Mussolini, avvenuta il 25 dello stesso mese), i soldati italiani furono lasciati letteralmente allo sbando, senza ordini, senza essere chiamati alle armi contro l'invasore tedesco che nel frattempo aveva preso in mano la situazione nel Centro-Nord. Coloro che non riuscirono a fuggire al Sud rimasero alla mercé dei nazisti e furono messi di fronte ad una scelta: combattere per la Repubblica di Salò e per i tedeschi o rifiutarsi per poi essere deportati e imprigionati.
Le cifre ufficiali parlano di oltre 1 milione di militari italiani disarmati e catturati, 400 mila dei quali nelle isole greche. Solo 94 mila accettarono di combattere per i tedeschi, mentre furono 700 mila quelli che in seguito al rifiuto furono deportati in vari campi di lavoro forzato della Germania, della Polonia e dell'Austria, dove, in quanto "traditori", furono arruolati fittiziamente come lavoratori civili, in modo che non fossero loro riconosciute le forme di tutela previste dalla Convenzione di Ginevra nonché le cure della Croce Rossa. Dopo gli ebrei e le altre minoranze etniche che il nazismo perseguitò per motivi ideologici, gli Imi furono quelli che subirono il trattamento peggiore. Gli aneddoti  raccontati dai superstiti fanno venire la pelle d'oca, così come alcuni episodi avvenuti nelle ex colonie (si pensi a Cefalonia o alle navi italiane affondate dai tedeschi nell'Egeo e il cui equipaggio finì in pasto agli squali).

Sorprende non poco il fatto che il sacrificio di questi soldati sia stato assai trascurato, per non dire dimenticato, dalla Storia che si studia sui libri di scuola. Già, perché con il loro rifiuto essi si immolarono letteralmente per il bene dell'Italia. Avrebbero potuto dire "sì", e con 700 mila soldati in più nelle file dei nazifascisti sarebbe stato molto più difficile, per non dire impossibile, per gli Alleati, liberare la penisola. Avrebbero potuto dire "sì" per salvare la pelle, e invece dissero "no". Ciò nonostante, nessun merito è stato loro riconosciuto per decenni, anzi, i superstiti hanno vissuto quasi con vergogna la loro condizione di sopravvissuti, perseguitati addirittura dal sospetto di essere dei disertori. Vessati e umiliati dai nazisti, dai fascisti (che si accanivano in modo particolare con questi ex commilitoni) e poi anche nel dopoguerra da molti connazionali. Loro che si erano arruolati per combattere con scarse motivazioni in una guerra in cui non credevano, al fianco di un alleato che detestavano, per poi sentir dire che i soldati italiani non sono dei veri soldati, sono dei fifoni, delle banderuole. Il danno e la beffa.

Ma è un altro l'aspetto più sconcertante di questa storia. Il destino più atroce toccò infatti agli Imi che nei lager persero la vita, circa 50 mila. Di questi padri, mariti, fratelli si perse non solo il ricordo pubblico, ma anche i familiari non ebbero più loro notizie, non seppero dove e come erano morti, se e dove erano stati seppelliti. Con una legge del 1951 lo Stato vietò il rimpatrio delle salme degli Imi caduti nei campi di concentramento, così come di quelle dei civili. Ma il peggio è che i familiari non ricevettero alcuna comunicazione circa il luogo della loro sepoltura. Gran parte di loro risultava come "disperso". Solo di recente, un artigiano veronese, Roberto Zamboni, è riuscito a fare luce sulla vicenda. Indagando, nel 1994, sul destino di un suo zio, scoprì che era sepolto da cinquant'anni in un cimitero militare della Germania. Da quel momento diede inizio ad un lungo e tenace lavoro di "scavo" negli archivi di Stato, riuscendo a individuare dove si trovavano le tombe di quasi 20 mila militari, con il luogo e la data del decesso. Negli ultimi anni alcuni di loro sono stati anche riportati a casa dai figli o dai nipoti, mentre la missione di Zamboni continua anche grazie al sito da lui aperto col nome alquanto significativo di "dimenticati di Stato".
Lui stesso ammette di non riuscire a capire i veri motivi di questo "occultamento" operato dallo Stato. Personalmente, invece, ritengo che la situazione sia abbastanza chiara. Sarebbe stato difficile per i governi post-bellici giustificare la morte nei campi di concentramento di questi soldati che di fatto furono abbandonati da coloro che presero in mano le redini della nazione dopo la caduta di Mussolini, ovvero la monarchia, Badoglio, gli stessi movimenti politici nascenti che avrebbero dato vita ai partiti repubblicani. Arruolati dal regime per combattere la "guerra parallela", dopo la caduta del duce e l'arrivo degli anglo-americani questi soldati furono lasciati in balìa del nemico per una precisa scelta strategica (a mio avviso codarda e sbagliata) di concentrare le forze in quel terzo di paese occupato dagli Alleati. Non che le stragi di partigiani e di civili siano state meno dolorose, ma almeno sono state ricordate e giustamente tramandate. E resta il fatto che i nuovi responsabili di governo (o almeno quelli che erano dalla parte giusta) lasciarono un esercito allo sbando. I familiari l'avrebbero giudicata come una colpa grave.
C'è poi un'ulteriore chiave di lettura per questa scelta dello Stato. Questi soldati erano vittime della follia nazista e quasi tutte le loro tombe si trovavano proprio in Germania. Perciò lo Stato considerò rischioso, dal punto di vista politico, comunicare alle famiglie ciò che era successo ai loro uomini partiti per la guerra e mai tornati. Era il momento della pacificazione, era il momento di dimenticare. Con buona pace di chi avrebbe voluto almeno una lapide su cui piangere il figlio morto per la patria.

POST SCRIPTUM Pubblico qui una lettera scritta dal nipote di un Imi, dal titolo "8 settembre 1943: l'armistizio, agli italiani e in particolare ai soldati, è convenuto veramente?". Sono parole toccanti che fanno riflettere. (Per leggerla basta cliccare sull'immagine e poi ingrandirla. Nel caso non si riuscisse a ingrandirla online, si consiglia di scaricarla sul proprio pc.)             

Economia ed Europa: gli italiani apatici che si lasciano sodomizzare

Alla spaventosa situazione socio-economica gli italiani sanno opporre solo reazioni velleitarie, come l'invidia per la ricchezza altrui o la rabbia contro la "casta". Inerti e indolenti, si rifiutano di capire l'economia e chiunque può facilmente abbindolarli

Sodomizzati e contenti, sono gli italiani (ma anche i greci, i francesi, gli spagnoli) del nostro tempo. Che vivano nella prosperità o nell'indigenza, che abbiano un lavoro remunerativo o che siano disoccupati, con un futuro garantito o privi di qualsiasi prospettiva, i nostri connazionali, mediamente, denotano più o meno tutti un'apatia e un'indolenza preoccupanti in relazione a ciò che accade attorno a loro. Non vorrei esagerare, ma non vado lontano dal vero dicendo che gli italiani suonano la lira mentre Roma brucia.

Alla spaventosa situazione socio-economica sappiamo opporre solo reazioni velleitarie, come l'invidia per la ricchezza altrui o la rabbia contro la "casta". Inerti e ignoranti, ci rifiutiamo di capire l'economia e chiunque può facilmente abbindolarci. Le élite ci hanno abilmente e pazientemente indottrinati a ragionare di economia in modo esclusivamente microeconomico e a nulla valgono gli sforzi di qualche intellettuale e giornalista di buona volontà nel tentativo di farci capire che l'economia non si riduce al solo contenitore pubblico-privato di aziende-lavoratori-consumatori, all'interno del quale nessuno può produrre ricchezza al netto poiché la ricchezza circola in tondo. Esiste anche il settore governativo, ossia lo Stato, di fatto l'unico soggetto abilitato ad azionare la leva che fa fluire denaro nel nostro contenitore. Quando lo Stato spende con la propria moneta, immette denaro nel nostro contenitore, generando la moneta che tutti noi usiamo e quindi, direttamente o indirettamente, TUTTI I REDDITI ESISTENTI; quando invece tassa, al contrario, preleva lo stesso denaro dal nostro contenitore. Se tassa esattamente quanto spende (cioè fa il PAREGGIO) a noi resta zero. Se invece tassa meno di quanto spende (cioè fa un DEBITO), il contenitore di aziende-lavoratori-consumatori registra un attivo, aritmeticamente. In un mondo normale, quello per esempio di tutti gli Stati del pianeta eccetto i 17 dell'Eurozona, l'economia funziona in questo modo. Nel mondo folle dell'Eurozona, purtroppo, questo meccanismo non può essere messo in atto, per due motivi: 1) nessuno Stato dell'Eurozona possiede l'Euro, il quale viene emesso dalla Bce e immesso direttamente nelle riserve dei mercati di capitali privati, da cui gli Stati lo devono prendere in prestito e restituirlo con tutti gli interessi; 2) conseguentemente a quanto scritto nel punto 1), gli Stati evitano di indebitarsi (e quindi di creare attivo nel nostro contenitore), anzi, per non correre il rischio si sono autoimposti un limite di debito annuo (deficit) che corrisponde al 3% del Pil (somma dei redditi lordi di tutti i cittadini); tale limite, peraltro, include anche gli interessi che gli Stati pagano sul debito pregresso (togliendo quella somma, quindi, gli Stati sono di fatto obbligati a produrre ogni anno un avanzo, quello che per esempio fa ininterrottamente lo Stato italiano dal 1992).
Tutta questa bella impalcatura è giustificata dal fatto che secondo gli inventori di questo sistema assurdo il debito dello Stato è un male, mentre noi qui abbiamo visto che invece è l'unico fattore di ricchezza, l'unica fonte di attivo per il contenitore non governativo, aziende-lavoratori-consumatori. Naturalmente, per coprire il debito lo Stato deve essere il proprietario-monopolista della moneta: prima lo Stato la spende generando i nostri redditi, e solo dopo ne preleva una parte (non il contrario, come tutti noi pensiamo). No moneta sovrana? Cambia tutto: lo Stato deve incassare esattamente quanto spende e di conseguenza è costretto al pareggio (e se ha un debito accumulato, deve fare addirittura l'avanzo).

Non mi dilungherò oltre sulla questione, anche perché ho i calli alle mani a furia di scrivere sempre le stesse cose (chi ne ha voglia può leggere gli altri articoli del blog, specie quelli più recenti). Questo excursus economico serve solo a dimostrare quello che il 90 per cento degli italiani non sa e si rifiuta di sapere.
Gli italiani, infatti, riducono l'economia al solo contenitore non governativo (in cui, fate attenzione, ci sono anche gli stipendi della classe politica), dove la ricchezza circola da un soggetto all'altro senza che nessuno possa crearne di nuova. E' una modalità di analisi economica piuttosto ingenua, che produce, in definitiva, due tipi di reazioni: quella, diciamo più "di sinistra", improntata all'invidia sociale, cioè all'ostilità contro chi possiede di più, peggio ancora se quell'arricchimento è avvenuto in modo poco trasparente. E quella, più di destra, caratterizzata dalla rabbia contro chi gestisce la cosa pubblica, considerata a sua volta fonte di redditi (diretti o indiretti) non meritati, sproporzionati rispetto all'effettivo lavoro svolto, quando non addirittura regalati. Dietro a entrambi i ragionamenti c'è l'incapacità di capire che si tratta di una lotta che avviene all'interno dello stesso contenitore. Il punto cruciale da comprendere riguarda il ruolo dello Stato, il quale ha due compiti: regolare l'equilibrio all'interno del nostro contenitore (possibilmente perseguendo l'obiettivo della giustizia sociale), ma anche immettervi più denaro di quanto ne preleva. E in questo lo Stato non deve avere limiti di alcun tipo.

Ci sono delle attenuanti in merito a questa nostra incapacità di pensare in modo macroeconomico. Siamo stati abituati a farlo, e nessuno, tra gli organi di informazione e la classe politica, cerca di invertire la tendenza. Il recente tweet della Moretti è esemplificativo in questo senso. Nel 2014 c'è ancora gente che va in giro a dire che un'uscita dall'Euro provocherebbe una pesante svalutazione della nostra eventuale, nuova moneta e un proporzionale aumento del debito. Non solo il debito non costituisce alcun tipo di problema per uno Stato che possiede la propria moneta sovrana, ma anche il fantasma della svalutazione è una castroneria olimpionica. Un'Italia che decidesse di tornare alla propria moneta, anzi, potrebbe ritrovarsi a dover gestire il problema opposto per via della corsa ad acquistare Lire in cambio di Euro, che tutti noi, volenti o nolenti, saremmo costretti a fare (anche gli operatori stranieri ovviamente). Sarebbe l'Euro, semmai, a svalutarsi, anche a causa dell'inevitabile perdita di credibilità conseguente all'uscita di uno Stato membro. Ma questo è solo uno degli spauracchi che, consapevolmente o meno, vengono agitati da chi detiene le leve dell'opinione pubblica. Da questo punto di vista siamo messi malissimo. Tra chi aborre l'idea di abbandonare l'Eurozona (Pd e Forza Italia), chi ne propugna l'uscita a giorni alterni (M5S) e chi vorrebbe uscirne ma per i motivi sbagliati (ancora M5S e Lega Nord, quest'ultima vorrebbe tornare alla Lira per svalutarla e favorire le esportazioni, il che è un po' come dire: ti do una cura contro il cancro e contemporaneamente inizi a fumare tre pacchetti di sigarette al giorno). Il grado di consapevolezza dei politici italiani riguardo a ciò che fanno e dicono sul tema-Euro, ma anche in relazione a ciò che hanno fatto nel momento in cui ci siamo entrati, è per me, devo ammetterlo, un vero rompicapo che mi fa ammattire. La logica mi porta a ipotizzare che si dividano tra ignoranti in buona fede (sostanzialmente al séguito) e altri che sono complici di questo sistema dall'appoggio del quale deriva l'unica loro fonte di legittimazione e di potere.
Infine ci sono gli organi di informazione, idem come sopra. Dai giornali cartacei alle loro edizioni on line, dai talk show ai tg televisivi, è tutto un continuo seminare di ignoranza economica nel popolo. Anche qui, il grado di consapevolezza è alquanto indecifrabile, lascio a voi il giudizio. Personalmente, sarei favorevole all'accensione di un immenso falò di giornali (un po' come i "roghi della vanità" di Savonarola) in cui bruciare simbolicamente tutta o quasi l'informazione italiana. In effetti sono veramente in pochissimi a salvarsi.
Per concludere, mi scuso, cari lettori, se vi ho annoiato con queste farneticazioni sul disastro che tutti noi stiamo vivendo. Ora, benestanti o indigenti, occupati o disoccupati, possiamo prepararci a quello che veramente ci interessa, l'happy hour o la partita, per poi guardare con rassegnato fatalismo le mirabolanti inchieste dei tg sugli indecenti sprechi della "casta", nonché i dibattiti in vista delle importantissime elezioni dell'importantissimo Parlamento europeo, l'unico parlamento della Storia che non ha potere legislativo, bensì solo consultivo. E ricordate, "è tutta colpa degli evasori fiscali e della casta!".                  

Perché Grillo è totalmente inoffensivo per il sistema

Le premesse del grillismo erano ottime, ma manca una visione seria e credibile dell'economia, come dimostrano le pseudo-idee del comico. Un'accozzaglia di stupidaggini che qui smontiamo punto per punto e che lo rendono del tutto innocuo per il sistema contro cui bisogna lottare


Di Grillo si può dire tutto, tranne che non sia un uomo dotato di straordinario carisma e di grande capacità persuasiva. Un divulgatore abile come pochi, e da questo punto di vista i milioni di voti presi dal suo movimento, nonché i milioni di follower che può vantare sul suo blog e sui social non lasciano spazio al minimo dubbio.
Grillo ha intercettato un malessere che era, ed è al 99 per cento di carattere puramente economico. Le premesse della sua propaganda anti-sistema, peraltro, erano ottime: rivolta anti-euro, lotta contro le aristocrazie economiche e politiche, stimolo dei redditi più bassi e dei consumi, una diversa gestione del debito pubblico. Bene fin qui i titoli dei manifesti, peccato però che la sostanza sia un coacervo di idee che si contraddicono l'una con l'altra, un'accozzaglia di corbellerie economiche sparate tanto al chilo per accontentare istanze diverse ed inconciliabili e che, a conti fatti, lo rendono totalmente innocuo per il sistema contro cui oggi bisogna combattere. In un certo senso, anzi, Grillo dice cose che di fatto lo fanno apparire un uomo pro-sistema, esattamente come tanti altri paladini anti-sistema italiani. Ecco, punto per punto, la finta rivoluzione nella quale Grillo vorrebbe trascinare milioni di italiani, scusate il termine, un po' gonzi, un po' totalmente digiuni di macroeconomia. Vi renderete conto di quanto sia facile smontare in cinque minuti il programma economico (è già una parola grossa) di Grillo.

L'USCITA DALL'EURO
Già qui è un'operazione alquanto complicata capire il pensiero grillino, dal momento che sul tema il comico ha cambiato idea duecento volte. Bisogna uscire dall'eurozona, no, bisogna fare gli eurobond e se la Germania non li vuole è lei che deve uscire, va beh, facciamo un referendum. Il problema di Grillo è che, a sentirlo parlare o scrivere di euro, sembra che l'euro porti semplicemente sfiga, tutto qua. Una settimana fa, a Napoli, se ne è uscito con una perla che ci ha fatto sobbalzare: tornare alla lira per rendere i nostri prodotti più competitivi. Oddio! Siamo ancora alle famose svalutazioni competitive per favorire esportazioni a man bassa. Vale a dire: corsa sfrenata delle aziende per competere con paesi in cui il costo del lavoro è 1/3, 1/4, 1/5 dei paesi ricchi. Ma anche in una competizione tra paesi ricchi la corsa all'export ha solo due conseguenze: salari da fame e contrazione dei consumi interni, quest'ultima necessaria, altrimenti non resta più nulla da esportare (qui lo spiego più dettagliatamente). Il culto delle esportazioni è, praticamente, uno dei capisaldi del sistema disumano che sta uccidendo la nostra economia. Come può uno che si presenta come un paladino dell'antisistema auspicarne un uso ancora maggiore? Rispondetevi da soli.

IL DEBITO PUBBLICO
Altro tema caldo, direttamente collegato al primo, altra confusione. Da uno che si scaglia contro il modello economico dell'eurozona (anche se in maniera disordinata e sconclusionata) ci si aspetta che conseguentemente critichi ferocemente anche le ragioni per cui l'eurozona è nata: impedire agli Stati di creare ricchezza, attivo, avanzo, chiamatelo come volete, nell'unico modo con cui ciò è possibile, ovvero con il DEBITO dello Stato, quello che lo Stato fa nel momento in cui spende - creando direttamente o indirettamente dei redditi - più di quanto tassa, generando automaticamente ed aritmeticamente un attivo nell'economia di aziende-lavoratori-consumatori. In quest'ottica, quindi, il debito dello Stato non solo non è un male, ma è anzi un bene necessario (lo spiego qui). Ecco il vero motivo per cui è vitale abbandonare l'euro: la moneta unica europea, con i parametri di bilancio sottoscritti dagli Stati che l'hanno adottata, altro non è che l'esperimento più tragicamente riuscito di un modello economico che mira soltanto a imprigionare gli Stati in una camicia di forza, a renderli totalmente dipendenti dal mercato finanziario e dalle grandi multinazionali che puntano ad avere manodopera sottopagata. Uno Stato che non può indebitarsi è uno Stato che non può creare ricchezza a beneficio dei propri cittadini, non può risollevare l'economia, la sua democrazia è scritta solo sulla carta.
Cosa pensa invece Grillo del debito pubblico? Per lui è un problema, tanto che è arrivato addirittura a proporre una ristrutturazione del debito: vuol dire ripagare gli acquirenti dei nostri Bot, dei nostri Btp, a stock, una parte subito, una parte tra dieci anni e così via. Conseguenze? Ci può arrivare anche uno studente del secondo anno di Ragioneria: tassi alle stelle (i tassi sono i rendimenti che gli investitori richiedono in cambio dell'acquisto dei Bot) e perdita drammatica di credibilità per il sistema-paese (vedi Argentina del default o Grecia, hanno fatto praticamente la stessa cosa). Qui Grillo dimostra di capirci poco sul tema, e soprattutto le contraddizioni sfiorano il ridicolo. Il debito dello Stato, l'abbiamo detto, non è un problema, anzi, equivale fino all'ultimo centesimo alla ricchezza dell'economia reale. E questo vale ovviamente anche per chi acquista i titoli di Stato. Se io investo una somma per acquistare dei buoni postali, non ho un debito, bensì un credito nei confronti dello Stato, dunque una potenziale ricchezza che diventerà tale quando andrò a riscuotere la somma versata con gli interessi. Il debito pubblico, in definitiva, non esiste nemmeno, esiste semmai il credito pubblico. E se lo Stato non può ripagarti? Impossibile per uno Stato che ha la propria moneta, ecco un altro motivo per abbandonare l'eurozona. Grillo, anche qui, dimostra di essere una frana come campione dell'antisistema.

IL REDDITO DI CITTADINANZA
Man mano che si procede con l'analisi delle proposte di Grillo, la confusione aumenta in misura esponenziale. Il principale spauracchio agitato dai fanatici del sistema euro per convincerci tutti che il debito dello Stato è pericoloso, e che è meglio che gli Stati non utilizzino troppo lo strumento monetario per creare ricchezza (leggasi "stampare moneta"), come fanno tutti i paesi con moneta sovrana, è l'inflazione. Un pericolo inesistente, come ho spiegato negli articoli sopraccitati. Ebbene, ecco che Grillo invece propone l'unica cosa che veramente può creare inflazione: il reddito di cittadinanza, dare soldi senza produrre nulla, ovvero stimolare la domanda senza che ci sia un corrispondente aumento dell'offerta. Qui siamo all'Abc, ai rudimenti, biennio della scuola secondaria di secondo grado.
A dire il vero, Grillo non è l'unico ad avere simili idee. Non è forse quello che si fa in Italia da anni? E vi dirò di più: avete mai sentito la Commissione Ue lamentarsi del fatto che in Italia si spende troppo per cassa integrazione e indennità di disoccupazione? Si lamentano di tutto, ma di questa scelta dei nostri governi, mai. Il motivo è semplice: se quei soldi venissero dati dallo Stato ai disoccupati in cambio di una prestazione lavorativa, magari nei servizi alla persona o in quelli all'ambiente (due settori che ne hanno tanto bisogno), addio massa di disoccupati disposti a lavorare per quattro soldi, visto che queste persone, nei periodi di inoccupazione, un lavoro garantito ce l'avrebbero (e tra l'altro così verrebbe scongiurato quel pericolo di inflazione di cui parlavo prima, più domanda ma anche più offerta).
Qui Grillo si mostra di fatto organico a quelli che dice di voler distruggere, quei poteri finanziari e industriali ai quali fa comodo che sia lo Stato a tappare le falle, ad accollarsi i danni socio-economici della disoccupazione e della sottoccupazione. Si tratta del classico e micidiale duo "socializzazione delle perdite e privatizzazione dei profitti". Un orrore che il contestatore Grillo dovrebbe attaccare a testa bassa. E lo fa pure, salvo poi dire le stesse cose del nemico.

SPOSTARE LA TASSAZIONE DAI REDDITI AI CONSUMI
Quando ho sentito questa, ho pensato che Renzi fosse entrato nel corpo di Grillo. Sembra di sentire Tremonti, Saccomanni, Van Rompuy, Olli Rehn: tassare meno i redditi e aumentare il prelievo sui consumi, dunque l'Iva. Su questo punto sarò breve: l'Iva in realtà è l'unica tassa che andrebbe totalmente cancellata, perché è la tassa in assoluto più distruttiva per l'economia. Essa infatti danneggia contemporaneamente produttori, venditori e consumatori, ma soprattutto tassa la ricchezza vera, che sono i beni e i servizi che compriamo. La ricchezza reale non sono certo i soldi, che sono solo uno strumento di pagamento. Se non li utilizzassimo mai, pur possedendone magari tantissimi, faremmo comunque una vita da pezzenti, mentre l'economia andrebbe a rotoli perché nessuno comprerebbe nulla, né beni né servizi. Sono questi ultimi, infatti, la vera ricchezza, e perciò devono essere completamente detassati. Grillo, invece, vorrebbe tassarli di più, esattamente come i suoi presunti nemici del sistema. Superfluo commentare oltre.

LA CASTA
Questa è una vera malattia che accomuna tutti noi italiani e certo Grillo non poteva non cavalcarla. Si può dire, anzi, che Grillo abbia costruito gran parte del suo successo proprio sulla rivolta alla cosiddetta "Casta". Gli italiani sono convinti, anche grazie a Grillo, ma non solo, che abolendo i privilegi della Casta l'economia nazionale si risolleverebbe, come per magia registrerebbe un attivo, un "+". Nell'articolo Ecco perché gli evasori e la "casta" non sottraggono nemmeno un euro alla ricchezza nazionale ho cercato di spiegare che questa è una gigantesca sciocchezza macroeconomica, basta aver frequentato le scuole elementari per capirlo. Un concittadino che si arricchisce in modo ingiusto o poco trasparente o disonesto reca certamente un danno agli altri, perché causa una situazione di iniquità: lui si arricchisce più di quanto dovrebbe o meriterebbe, altri suoi concittadini guadagnano così meno di quanto meriterebbero. Intervenendo per sanare questa ingiustizia, si farebbe un atto doveroso, ma l'intervento avrebbe un risvolto puramente microeconomico: -10 soldi per il cittadino X furbacchione, +10 soldi per il cittadino Y onesto, o distribuiti tra più cittadini onesti W, Y, Z. Ci sarebbe più giustizia, non c'è dubbio, ma il saldo macroeconomico per l'economia nazionale sarebbe esattamente uguale a zero, non c'è nessun attivo: rimane identico l'andamento dei consumi, della produzione, dell'occupazione, del Pil.
Grillo, da questo punto di vista, è esattamente uguale a Berlusconi perché dice le sue stesse fesserie: "Lo Stato costa troppo, lo Stato deve spendere meno". Ok, risultato: -10 spesa dello Stato + 10 redditi dei cittadini (in seguito ad abbassamento delle tasse), risultato uguale a 0. Sono d'accordo anch'io con la riduzione della spesa dello Stato e delle tasse, ma con questa operazione non si è creata nessuna ricchezza al netto. Ovviamente sono le stesse fesserie che dicono da anni anche nel Pd: "Lotta all'evasione per dare più soldi ai cittadini onesti o alle categorie svantaggiate". Non fa una grinza, ma il risultato finale macroeconomico sarà sempre zero, nessun attivo, quello che invece solo lo Stato può creare con il suo debito.

Ricapitolando: euro, debito, tasse sui consumi, indennità ai disoccupati, casta. Grillo, in definitiva, dice, con modalità diverse, le stesse castronerie di Renzi, le stesse baggianate di Berlusconi. Avalla, non sappiamo quanto consapevolmente, le politiche economicide dei tecnocrati internazionali. E pensare che le teorie che metterebbero fine all'olocausto economico, quelle elaborate dalla scuola Memmt, o "Economia di Mosler", Grillo le ha avute sul suo tavolo, le ha lette, le conosce, ma le ha volutamente ignorate. Se non altro, ora sapete qual è l'economia di Grillo, un rivoluzionario per finta che ai grandi poteri finanziari e industriali non farà neanche il solletico.