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Castigat ridendo mores

Ecco come la Germania potrebbe aver truccato i conti

I tedeschi non conteggerebbero le spese previdenziali e i debiti della Kreditanstalt für Wiederaufbau, un istituto simile alla nostra Cassa Depositi e Prestiti. Se così fosse il debito reale sarebbe il triplo di quello dichiarato

E se la Germania fosse il Paese più indebitato, anziché quello più virtuoso della Ue, come tutti abbiamo sempre creduto?
Potrebbe sembrare una sparata da titolone, ma stando a quanto rivelato da due articoli pubblicati sul Corriere della Sera e su Libero, non solo il debito complessivo della Germania sarebbe il più alto d'Europa (questo già era noto), ma potrebbe essere molto più elevato di quanto dichiarato, se non fosse per qualche trucchetto utilizzato dai governi teutonici dopo l'unione tra Repubblica federale ed ex Ddr. Di conseguenza, anche l'incidenza percentuale del debito sulla ricchezza pubblico-privata (Pil) sarebbe da bollino rosso. Addirittura peggiore del rapporto debito-pil della Grecia. Per capire meglio, leggiamo quanto riportato nei due articoli sopracitati. Il primo, di Massimo Mucchetti, è stato pubblicato sul Corriere della Sera il 7 settembre scorso. Di seguito ne riportiamo un estratto.
"Angela Merkel paragona l'Italia alla Grecia. Per quanto si possa dir male del nostro governo, il cancelliere sbaglia.
Roma non ha mai mentito sui suoi conti pubblici come ha fatto Atene. E poi la Germania dovrebbe comunque rispettare un partner commerciale dove esporta più che in Cina. E infine, quanto a debito pubblico, il governo di Berlino si avvale di antiche furbizie.
Che, alla vigilia della sentenza della Corte costituzionale di Karlsruhe sui salvataggi già fatti e in vista della seduta del Bundestag di fine mese sul piano salva Stati, vale la pena di ricordare. Da 16 anni la Germania non include nel suo debito pubblico le passività del Kreditanstalt für Wiederaufbau, meglio noto come KfW, posseduto all'80% dallo Stato e al 20% dai Länder, altri soggetti pubblici. Si tratta di 428 miliardi di euro interamente garantiti dalla Repubblica federale.
La KfW fa mutui a enti locali e piccole e medie imprese. Detiene partecipazioni cruciali in colossi come Deutsche Post e Deutsche Telekom. È vigilata dai ministeri delle Finanze e dell'Industria, non dalla Bundesbank. Grazie al legame di ferro con lo Stato, la KfW conquista la medaglia d'oro nella classifica mondiale dell'affidabilità, stilata da Global Finance, e il massimo rating da parte di Moody's, Standard & Poor's e Fitch, lo stesso della Repubblica federale. Le sue obbligazioni sono dunque uguali ai bund. Ma a differenza dei bund, magicamente non entrano nel conto del debito pubblico.
Se vi entrassero come la logica del Trattato di Maastricht vorrebbe, il debito pubblico tedesco salirebbe da 2.076 miliardi a 2.504 e la sua incidenza sul prodotto interno lordo 2011 balzerebbe dall'80,7% al 97,4%. Ancora un piccolo passo, magari per salvare qualche banca tedesca ingolosita dai titoli di Stato mediterranei, e potremmo dire: benvenuta Germania tra noi del club degli over 100%! La magia, che nasconde il 17% del debito pubblico reale tedesco, si chiama Esa95. È il manuale contabile che esclude dal debito pubblico, a integrazione dei criteri di Maastricht, le società pubbliche che si finanziano con pubbliche garanzie ma che coprono il 50,1% dei propri costi con ricavi di mercato e non con versamenti pubblici, tasse e contributi. La serietà di un tale principio è paragonabile alla considerazione del rischio di controparte negli Ias-Ifrs, i principi contabili che hanno favorito il crac Lehman. Se per ipotesi KfW avesse problemi, chi pagherebbe? Lo Stato. E senza nemmeno l'ipocrisia degli Usa che qualificavano le loro Fanny Mae, Freddie Mac e Ginnie Mae come imprese sponsorizzate dal governo per far capire che, alla bisogna, il Tesoro avrebbe coperto, ma senza dirle statali per non sembrare statalisti.
Ora l'Italia ha la Cassa depositi e prestiti, 70% Tesoro, 30% fondazioni bancarie, soggetti privati. La Cdp emette anno dopo anno obbligazioni che godono della garanzia statale e sono collocate dalle Poste sotto forma di buoni e di libretti. Mal contati sono 300 miliardi, due terzi reinvestiti in titoli di Stato e un terzo in mutui agli enti locali. La Cdp emette anche obbligazioni non garantite per una ventina di miliardi destinate alle iniziative per le imprese e detiene partecipazioni rilevanti. Ma il suo debito è per tutta la parte coperta da garanzia pubblica conteggiato nel debito pubblico. In un mondo serio delle due l'una: o la Germania ricalcola il suo debito come si deve perché l'Eurozona sotto attacco non accetta più furbizie da parte di nessuno, ancorché legalizzate a forza, oppure l'Italia deconsolida dal suo debito pubblico quei cento miliardi o giù di lì che la Cdp usa per gli enti locali, dato che questi la scelgono su un mercato bancario liberalizzato".
Il ragionamento di Mucchetti sembra proprio non fare una grinza e in effetti fa adombrare il sospetto che i conti ufficiali della Germania siano stati leggermente taroccati. Ma a gettare un'ombra inquietante sulla situazione del bilancio della Repubblica federale (e sulla sua credibilità) è un'altra notizia, questa più recente. Secondo quanto riportato da Libero di oggi (21 dicembre), il colpo di spugna al debito pubblico tedesco sarebbe molto più vistoso, tanto da ridurlo addirittura del 70 per cento!
Tutto è nato da una lettera inviata da un lettore del Corriere della Sera al quotidiano di via Solferino, e pubblicata alcuni giorni fa. Nella lettera si citava un articolo apparso su una rivista economica tedesca e in cui veniva evidenziato il fatto che i governi teutonici non conteggerebbero, nel computo del debito di bilancio, una grossa parte delle spese previdenziali, che come sappiamo hanno un peso notevole in relazione alla spesa pubblica.
Ecco un estratto dell'editoriale di Maurizio Belpietro (Libero) sulla vicenda. "Più furbetti di lei in giro non ci sono: Angela Merkel vuol far pagare i debiti della Germania all'Italia e al resto dell'Europa. Berlino trucca i conti e solo così può dare lezioni ai paesi in difficoltà. Se i tedeschi non imboscassero i vitalizi previdenziali e gli assegni per le persone disabili, avrebbero infatti un debito di 7mila miliardi di euro, più del triplo di quello dichiarato [...] Il rapporto tra debito e Pil, invece di essere così virtuoso (85%), schizzerebbe ad un astronomico 197 per cento. Per intendersi, 77 punti in più di quello italiano e superiore anche a quello della Grecia fallita. Se poi si bada al fabbisogno di consolidamento, l'Italia è al 2,4, meglio di Berlino.
Che l'Italia sia il socio più rispettabile di Eurolandia nella graduatoria della "sostenibilità del debito pubblico" lo ha affermato, a sorpresa, la Fondazione tedesca Marktwirtschaft (economia di mercato), che riunisce personalità del riformismo liberale tedesco. La giuria ha valutato la "rispettabilità"nazionale distinguendo tra debito pubblico esplicito e implicito. L'Italia viene premiata perché può vantare il più encomiabile "divario di sostenibilità" tra le due forme del debito, ottenendo così un "fabbisogno di consolidamento", come detto, del 2,4 per cento. "Solamente confrontando il debito esplicito delle pubbliche amministrazioni centrali e periferiche con quello implicito, occulto, del sistema pensionistico, assistenziale e sanitario si può fare un bilancio trasparente e sincero degli oneri di un Paese", ha spiegato Bernd Raffelhüschen, docente di economia all'università di Friburgo e promotore dell'iniziativa di Marktwirtschaft. Il basso indebitamento implicito e l’avanzo primario di bilancio, fa notare il professore, rispecchiano i risultati ottenuti con le prime correzioni del sistema pensionistico e sanitario varate negli ultimi anni".
Tempo fa l'Attaccabrighe dimostrò come anche il modello energetico tedesco fosse una mezza bufala, alimentata soprattutto dai giornali italiani. Non avremo esagerato, forse, nell'enfatizzare la virtù di questi crucchi? In ogni caso, queste rivelazioni sul debito della Germania cambiano le carte in tavola. O almeno, in un mondo normale, così dovrebbe essere.

2 commenti:

  1. noi avevamo i furbetti del quartierino---------------loro i bugiardi d'europa, le malelingue d'europa...........................................smascherati???? dipende di chi è più forte.

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  2. E ora andate tutti in fila a comperare AUDI, Mercedes, BMW, Ford, Seat E Skoda per l'equivalente di 58 miliardi di Euro nel 2010.
    Loro hanno prestato 6 miliardi di euro alla OPEL che è di proprietà della General Motors per salvare posti di lavoro contravvenendo a tutte le normative Europee. Noi invece siam più furbi...non si danno 6 miliardi alla Fiat e se ne spendono 60 per la Cassa integrazione più altri 58 di auto tedesche. Viva L'Iitalia!!!

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