Ci è stato infatti inculcato nella mente che il debito dello Stato è un mostro in grado di divorare un'economia anche solida. E dopo che il terreno fertile era stato creato (imprimendo questo concetto nelle menti di tutti), è stata poi inventata la moneta unica europea, l'Euro, la moneta della stabilità: così stabile e così immune alla svalutazione e all'inflazione che nessuno Stato può emetterla, dato che può essere solo chiesta in prestito al mercato dei titoli. Spiegherò tra poco.
Chi segue il blog credo abbia avuto già una dimostrazione esauriente che il debito dello Stato non è affatto un pericolo per l'economia, anzi: per lo Stato, in determinati momenti, è assolutamente necessario indebitarsi, perché solo lo Stato può immettere ricchezza al netto nel circolo della ricchezza privata. Nessuno di noi, infatti, può creare ricchezza nuova. Per qualcuno che si arricchisce c'è qualcun altro che si indebita o si impoverisce e così via, in un circolo che funziona autonomamente solo quando il denaro viaggia velocemente.
Sappiamo tuttavia che il circolo della ricchezza privata, ciclicamente, può rallentare o arrestarsi per svariati motivi (una eccessiva tendenza al risparmio, disfunzioni del tessuto economico, uno schock esterno etc.), lasciando molti cittadini in condizioni di difficoltà. A quel punto solo lo Stato può intervenire per rimettere in moto il circolo, aumentando la spesa a parità di entrate oppure diminuendo le proprie entrate, dunque le tasse, a parità di spesa. In entrambi i casi indebitandosi per un breve periodo, il tempo necessario per rilanciare l'economia. Questo concetto che prima degli anni Novanta era assodato e accettato da tutti, ora, chissà perché, è completamente scomparso, e quei pochi che oggi provano a farlo ritornare, come gli economisti della Modern Money Theory, sono bollati come eretici. Non solo, da qualche mese ci è stato anche imposto il pareggio di bilancio. Da quest'anno, infatti, l'Italia sarà obbligata sempre ad avere i conti in pareggio perché così è stato recentemente scritto nella Costituzione. Vietato fare deficit (il disavanzo annuale), il che vuol dire condannare l'economia ad un'agonia lenta ed inesorabile.
Le brutte notizie, purtroppo, non finiscono qui, perché a questo punto entra in ballo un altro fattore determinante per questa crisi che, rimanendo inalterate le cose, ci porterà alla catastrofe: l'Euro. In effetti oggi lo Stato potrebbe anche decidere di indebitarsi ulteriormente, cioé di produrre dei deficit annuali significativi (vale a dire superiori allo striminzito 3% consentito dai parametri di Maastricht), nel tentativo di rilanciare l'economia. Ma come ripagherebbe poi quei deficit di bilancio? Prima della moneta unica si ricorreva ad un sistema che ancora oggi adoperano gli Usa con il dollaro, il Giappone con lo yen, la Gran Bretagna con la sterlina: si copre il debito, o una parte di esso, imponendo alla banca centrale l'acquisto di una parte dei titoli del debito pubblico attraverso l'emissione di nuova moneta, correndo sì il rischio ipotetico di provocare inflazione, ma con la certezza di poter far fronte agli impegni di spesa senza dover dipendere interamente dall'aiuto degli altri.

L'unica cosa che l'Italia può fare, di conseguenza, è evitare di indebitarsi, ma questo poi comporta altre conseguenze spiegate all'inizio dell'articolo. E quand'anche lo Stato evitasse di produrre disavanzi di bilancio (il che, come dimostrato, è un disastro per l'economia), deve comunque pagare gli interessi sul debito contratto attraverso l'emissione di titoli e obbligazioni, e perciò neanche il pareggio è sufficiente: occorrerebbe produrre un avanzo, ma quando ciò non è possibile (anche perché significa chiedere sacrifici immani all'economia reale) abbiamo ancora bisogno dei mercati finanziari che ci prestano gli Euro.
La situazione, in definitiva, è quanto di più drammatico si possa immaginare: per l'economia, per la democrazia, per il nostro futuro. Chi ci ha portati dentro questa follia della moneta unica non sovrana, sapendo benissimo ciò che stava facendo, dovrebbe pagare. E pagare caro. Ma questo non succederà e francamente a questo punto non ci interessa più di tanto. Interessano invece le possibili soluzioni per uscirne fuori senza che la ritirata si trasformi in una rotta disastrosa. In realtà ne esistono pochissime, ma è già una buona notizia che ci siano, e alcuni esperti le hanno attentamente studiate. Ne parleremo prossimamente.
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